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Il Lume

Introduzione:


C'è una saggezza profonda nel guardare una candela spegnersi. In quell'ultimo palpito di luce, in quella "ultima goccia della cera che cola", è racchiuso il mistero di ogni fine. La poesia "Il Lume" ci porta in questo istante sacro, trasformando lo stoppino che si consuma in un "animo al suo ultimo sospiro". Non è la cronaca di una morte, ma l'ascolto di ciò che essa ha da insegnarci, un messaggio finale che illumina "lontano dove si perde l'onda".

Il cuore della poesia è un dialogo tra l'io e la "notte profonda". Mentre il lume si spegne, il cuore del poeta non tace, ma "sussurra". E questo sussurro ha una potenza paradossale: con un "tono basso", la voce "esonda", straripa, diventando un richiamo che attraversa il tempo. Non cerca di combattere il buio, ma di evocare le "infanzie che il mondo culla", le memorie primordiali di un tempo in cui eravamo protetti e integri. È un atto di raccoglimento, un ritorno all'origine prima di affrontare la fine.

Ma la rivelazione finale della poesia è tanto spiazzante quanto illuminante. Queste memorie d'infanzia non vengono richiamate come un semplice conforto nostalgico, come un rifugio contro la paura. Al contrario, esse sono le guide che ci insegnano la lezione più difficile e necessaria di tutte: "accettare il nulla". La poesia si chiude con una verità sconvolgente: la vera forza che traiamo dalla nostra innocenza perduta non è la speranza nella vita, ma il coraggio di guardare in faccia il vuoto senza terrore. Il lume si spegne, e nel suo buio troviamo la pace definitiva.


Poesia:

Il Lume

L’ultima goccia della cera che cola
E lo stoppino brucia l’animo al suo ultimo sospiro 
Che illumina lontano dove si perde l’onda 
Il mio cuore sussurra alla notte profonda 
Con un tono basso la mia voce esonda 
Per richiamare le infanzie che il mondo culla 
Che ci guidano ad accettare il nulla

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