Introduzione:
Un ululo è un suono che squarcia il silenzio, un'espressione primordiale di dolore, solitudine o desiderio. La poesia "In un ululo" nasce da questa esplosione di sentimento puro, ma invece di descrivere il grido, ne esplora la causa, trasformandolo in una domanda filosofica di una bellezza cristallina. Il testo ci porta nella notte, che non è un'oscurità minacciosa, ma una condizione "servita", offerta, quasi un palcoscenico per una rivelazione.
Il cuore della poesia è un bivio esistenziale. Da una parte c'è l'accettazione della notte, dall'altra il desiderio di "possedere sincera / Un aggruppo di stelle", ovvero di trovare un punto di riferimento, un nucleo di significato a cui aggrapparsi in mezzo al buio. Da questo dilemma nasce una "questione breve", una domanda essenziale che viene "sollevata a metà", come se non fosse ancora del tutto formulabile, come se l'anima fosse a metà strada nella sua comprensione.
Ma qual è questa domanda fondamentale? La poesia si chiude rivelandone l'oggetto: "E d’armonia". L'intero componimento è la genesi di una ricerca di armonia. L'ululo iniziale non era altro che il suono di un'armonia spezzata. La poesia, quindi, non offre una risposta, ma compie un passo molto più importante: trasforma un grido informe in una domanda consapevole. È la celebrazione di quel momento di lucidità in cui il dolore smette di essere solo sofferenza e diventa una ricerca di senso.
Poesia:
In un ululo
Servita la notte
O possedere sincera
Un aggruppo di stelle
Sollevata a metà
Una questione breve
E d’armonia
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