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NUVOLE BIANCHE

Introduzione:


Le nuvole bianche sono l'emblema della transitorietà, creature del vento che "formano e distruggono" in un ciclo infinito. La poesia "NUVOLE BIANCHE" si apre su questo palcoscenico celeste per poi trasformarlo immediatamente nello specchio dell'anima. L'affermazione "così sono io" ci porta nel cuore di una profonda identificazione: l'io poetico si riconosce in questa natura mutevole, in questo perenne crescere e mutare. Ma non è un mutamento spensierato, bensì quello di chi è "amaramente veggente", di chi possiede la dolorosa consapevolezza della propria impermanenza.

Il testo poi sposta lo sguardo dal cielo alla terra, creando un contrasto potente e malinconico. La bellezza fragile della natura – le "foglie leggiadre", i "tremiti degli uccelli" – sprofonda, quasi inghiottita, tra i "palazzi grigi". Questi edifici non sono uno sfondo neutro, ma agenti di "soppianto", simboli di un mondo artificiale che ha rimpiazzato e soffocato la vita. In questo scenario, la natura e l'anima sembrano condividere lo stesso destino di fragilità e assedio.

È in questo mondo opprimente che la poesia fa la sua rivelazione finale, legando questo stato esistenziale all'esperienza dell'amore. Un "dolce amore" emerge, ma immediatamente si confronta con il suo doppio oscuro, un "amar(o) dolore". Con un gioco di parole di rara potenza, il poeta fonde l'amore e l'amarezza in un'unica, inscindibile realtà. L'esito di questa fusione è "il rimpianto di un respiro". La poesia si chiude così su un sentimento di perdita lancinante, suggerendo che in questo mondo di mutamento e soppianto, anche l'amore più dolce è destinato a lasciare dietro di sé il rimpianto per qualcosa di tanto vitale e semplice come un singolo respiro.


Poesia:

NUVOLE BIANCHE

Sulle nuvole bianche
soffiano i venti 
formano e distruggono, 
così sono io 
come nuvole bianche 
amaramente veggenti 
crescono e mutano. 
Verdi marroni 
le foglie leggiadre 
sprofondano 
i tremiti degli uccelli 
fra i palazzi 
grigi 
di soppianto 
un dolce amore, vuole 
amar(o) dolore 
il rimpianto di un respiro

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