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Ostro felice

Introduzione:

Ci sono forze, nella natura e nell'anima, che non si possono descrivere con una narrazione, ma solo per frammenti, per attributi. La poesia "Ostro felice" è il tentativo di dare un nome a una di queste entità, un principio vitale che agisce nel mondo. Il titolo stesso, che unisce un vento caldo ("Ostro") a uno stato di grazia ("felice"), ci introduce a una forza potente ma benevola. L'incipit, "Carità la pioggia", ne stabilisce subito la natura: è un dono, un atto di generosità universale.

Il cuore del testo è un elenco quasi sacro delle qualità di questa forza. È una forza complessa e piena di paradossi: è libera ("Mossa arbitrio") ma allo stesso tempo giusta quando colpisce ("Giusta abbatte"). È inclusiva e vasta ("Genere plurale", "sincera ampiezza") e ha la grandezza di una leggenda ("Fiaba mole"). Non agisce con sforzo, ma con una naturalezza inevitabile: "Posa e accade". Ogni verso aggiunge una pennellata a questo ritratto di una divinità laica, una forza che governa il mondo non con leggi ferree, ma con una grazia spontanea.

La poesia si conclude con due definizioni che ne illuminano l'essenza più profonda: "Venia estemporanea / sincera ampiezza". Questa forza è capace di un perdono improvviso, di una grazia inaspettata. E la sua qualità fondamentale è una vastità onesta, un'apertura senza inganni. "Ostro felice" diventa così un inno a un modo di esistere che abbraccia la complessità, l'imprevedibilità e la generosità. È la celebrazione di un'armonia che non nasce dall'ordine, ma da un equilibrio dinamico di forze che, nel loro insieme, generano un'infinita e sincera bellezza.


Poesia:

Ostro felice

Carità la pioggia
Ove trama 
Mossa arbitrio 
Genere plurale 
Fiaba mole 
Giusta abbatte 
Posa e accade 
Alle alte volte 
Quasi modo 
Venia estemporanea 
sincera ampiezza

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