Per dare veramente qualcosa – amore, arte, un senso – bisogna prima prendere, chiedere, lottare. La poesia "Per rendere" esplora questo paradosso fondamentale, descrivendo il processo creativo e relazionale non come un atto di pura generosità, ma come un ciclo estenuante di sforzo e trasformazione. Il testo ci porta nel cuore di una battaglia, dove il desiderio di "rendere" qualcosa al mondo richiede di impegnare tutto sé stessi, fino al punto di rottura.
La poesia si costruisce su una serie di metafore che descrivono una tensione quasi insostenibile. L'anima è come "le cime di un monte pronte a cascare", un'immagine di fragilità e grandezza sull'orlo del collasso. La lotta è un evento atmosferico totale: "Nubi, tempeste e temporali" non sono ostacoli passeggeri, ma forze che "ci ammainano salmastri", impregnandoci di un dolore profondo che non è fatto "solo di lacrime al vento", ma ha la densità degli "oceani". È la descrizione di un percorso condiviso ("ci"), dove la speranza è potersi un giorno "distinguere" di nuovo, ritrovando la propria individualità dopo la fusione della battaglia.
Tuttavia, dopo la tempesta, l'approdo non è quello che ci si aspetterebbe. La promessa di un futuro, "Torneremo a rimboccare", non conduce a una festa condivisa, ma "al ciglio, su un’oasi / Dove nessuno ti aspetta". Questa conclusione è tanto folgorante quanto amara. La salvezza esiste, il luogo della pace si raggiunge, ma è un traguardo solitario. La fatica immane del "rendere" non porta a una ricompensa esterna, ma a una quiete interiore, trovata in un luogo dove si è finalmente, e forse dolorosamente, soli. È un inno alla resilienza, ma anche un promemoria del prezzo, a volte altissimo, della propria rinascita.
Poesia:
Per rendere
Per rendere non ho mai smesso dì prendere
Chiedere per dare
Smussare, decidere, impegnare
Come le cime di un monte pronte a cascare
E solo un giorno poterci distinguere
Nubi, tempeste e temporali
Ci ammainano salmastri
Non solo lacrime al vento
Anche giù profondi come oceani
Torneremo a rimboccare
Come al ciglio, su un’oasi
Dove nessuno ti aspetta
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