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Ritorno

Introduzione:


A volte, la parola "ritorno" non descrive un'azione, ma un desiderio struggente, un pensiero fisso che ci accompagna quando siamo lontani da casa. La poesia "Ritorno" cattura proprio questa dimensione dell'anima. Non è il racconto di un arrivo, ma la cronaca di un'attesa, un'osservazione malinconica del tempo che passa mentre il cuore è rivolto altrove, a un luogo che non è più "qui".

Il cuore del testo è un dialogo silenzioso tra la speranza e la realtà. Il "colombo che vola" è l'immagine stessa del desiderio, un messaggero inviato verso un futuro migliore, "il buon tempo che si spera". Tuttavia, questa speranza si scontra con la ciclicità inesorabile del tempo: "O è di nuovo sera / E la mattina manca". La luce desiderata non arriva, e ogni crepuscolo diventa un promemoria di un'assenza, di una mancanza che definisce il presente.

La conclusione della poesia è una rivelazione tanto quieta quanto devastante, che illumina il significato di tutta l'attesa. "Quella tua casa" non è più un rifugio, ma un ricordo diviso da una barriera invalicabile. È "Lì per noi", in un passato condiviso, ma "Qui per loro", in un presente da cui ci si sente esclusi. "Ritorno" diventa così il titolo di un sogno, non di una possibilità. È una poesia sulla nostalgia e sulla dolorosa consapevolezza che, a volte, la casa a cui aneliamo non è più un luogo fisico in cui tornare, ma uno spazio del cuore che appartiene a un tempo irrecuperabile.


Poesia:

Ritorno

Poco piano svetta
A picco di spicco
Lascia casa o vieni sera
Vola colombo vola
Il tempo che desidera
Il buon tempo che si spera
O è di nuovo sera
E la mattina manca
Quella tua casa
Li per noi
Qui per loro

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