Introduzione:
L'unione tra anima e corpo è il mistero fondante della nostra esistenza, una sinfonia che, quando è in piena armonia, genera la musica più vitale. La poesia "UN’ANIMA UN CORPO" esplora proprio questa dualità, mettendone in scena i due estremi assoluti: la pienezza esuberante della vita e la vertigine del vuoto che segue la sua perdita. Il testo è un dittico fulminante che contrappone la gioia più pura alla desolazione più profonda.
La poesia si apre con un'immagine potentissima e inaspettata: "urla di bambine che al tempo perso ridono". È il suono della vita nella sua forma più incontaminata, un'energia che non conosce spreco perché trasforma anche il "tempo perso" in gioia. Questo suono primordiale diventa il metro di paragone per il cuore del poeta, che "rintocca di anima e corpo". Il verbo "rintoccare" non indica un semplice battito, ma un suono solenne e pieno, come quello di una campana che celebra l'unione perfetta tra il sé spirituale e quello fisico.
Ma questa celebrazione viene immediatamente annientata dal verso finale, che agisce come un colpo di grazia: "Alla perdita d’animo e corpo". La stessa unione che un istante prima era fonte di vita, ora è l'epicentro di una perdita totale. Il rintocco del cuore cambia di segno, trasformandosi da inno alla vita a eco funebre. La poesia ci lascia sospesi su questo abisso, un promemoria brutale di quanto sia fragile e preziosa quell'integrità che chiamiamo "essere vivi", e di come la sua assenza definisca la fine di ogni cosa.
Poesia:
UN’ANIMA UN CORPO
Come urla di bambine che al tempo perso ridono
Il mio cuore rintocca di anima e corpo
Alla perdita d’animo e corpo
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